L'appuntamento

scritto da Dom@Icaro
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Autore del testo Dom@Icaro

Testo: L'appuntamento
di Dom@Icaro

                                                            L’appuntamento

 

 

Rientrare con tutto ciò che mi accompagna del nostro ultimo incontro, lo stare insieme, le risate, il nostro parlare, lo stesso silenzio identico a questo che oggi mi trovo ancora di più accanto, e che vorrebbe che io non mi arrendessi.

Cerco di convincermi che forse tu stia attendendo una mia telefonata che ti spinga a mollare tutto, ciò che vorresti accettare solo per consuetudine, per una promessa nuziale.

E’ vero, dovrei chiederti questo sacrificio enorme, un’impresa difficile da fare, che forse avresti voluto attuare ma compierla avrebbe significato l’impossibilità a tornare poi tranquillamente indietro.

Dentro di me sapevo che non potevo pretenderlo questo appuntamento.

Se tu lo avessi affrontato, il significato sarebbe stato ingombrante e anch’io forse non avrei potuto far scorrere nel mio vivere la tua presenza come se niente significasse, come uno degli occasionali momenti in cui ci siamo trovati per poi perderci in questa nostra spirale di vita.

 

Ho provato ad insistere con me stesso, a convincermi che però anche tu lo desideravi, che stupido soltanto metterlo in dubbio, così come lo è il pensare che questa volta noi ci saremmo potuti incontrare.

Stringo forte il mio cellulare nello stesso momento che interrompo questa ultima chiamata, mi allontano da questo luogo dove spesso ci trovavamo, dove ora avrei voluto cambiare il nostro destino.

 

E’ normale che succeda, mano a mano che la vita và avanti riesce a incastrarti nel suo sviluppo, ingrandisce le cose, le tue responsabilità, tanto che diventano paletti del vivere e per superarli devi essere davvero bravo nei tuoi slalom.

Uno zigzagare che fa perdere l’orientamento e ciò che rende o ha reso la tua vita interessante, e con un obiettivo abbastanza chiaro.

Ti stordisce tanto da non farti più vedere dove stai indirizzando l’andare, nella corsa del giorno rimani incastrato e questa corsa diventa la tua ombra con cui misurarti, da cui non puoi farti più superare.

 

E’ normale che tu lo abbia compreso anche prima di me, sai essere sempre sicura di te e nella tua vita hai precisa cognizione di dove stai andando, di dove alla fine vorresti arrivare.

Io sono un tuo ostacolo, uno di quelli che non vorresti evitare, che incontrare ti ha determinato, ti ha regalato oltre i nostri momenti, la coscienza del tuo amare.

 

Già, solo questo è stato il motore che per anni, nonostante il tuo matrimonio e il mio essere sposato con figli, pur sapendo il tunnel in cui ci saremmo infilati, si è riusciti insieme a far emergere in noi. Soffrendo dei momenti in cui il silenzio era il solo fattore che stranamente ci univa, ci esaltava ancora di più, a vivere quel qualcosa che nel tempo sarà il ricordo che non potrà solo sfiorarci.

 

Ora torna questo silenzio, avvolge il mio pensiero, ogni speranza, ogni illusione che un amore possa essere sempre così grande da vincere la nostra coscienza, il nostro pudore.

Oppure lo è ancor di più, tanto da sapersi sacrificare, rassegnarsi ad una vita normale dove il dovere verso chi ci sta accanto è superiore al nostro personale tornaconto.

 

Si è questa la verità che ci porteremo dentro, forse il mio cellulare non capterà più le tue onde.

Ma spente saranno certamente solo quelle, non i nostri pensieri.

 

 

 

 

Sono sicuro che questi sapranno sempre incontrarsi, sapranno comprendersi se il caso vorrà che ancora una volta in questa vita noi dovessimo trovarci.

 

Non ci sarebbe bisogno di alcuna spiegazione, sarebbe come riprendere questo momento, ridarci questo appuntamento, lontani da ciò che la vita ci frappone, sicuri che niente di diverso ci sarebbe nel nostro comune cammino.

 

Cosi preferisco non attendere una tua eventuale chiamata, che si voglia sostituire alla tua presenza.

Non voglio restare qui ad attendere un arrivo che non posso desiderare, che ora so bene di non volere attendere.

Preferisco essere lontano da questo luogo per ritrovarlo se vi sarà una nuova occasione, decisa dal destino così che questo momento non sia un ombra, un ricordo di ciò che ora si è perso.

 

Preferisco stordire me stesso, spostarmi su una sponda diversa, dove il mio andare non ha alcuna meta, dove tra noi c’è quel mare solcato insieme, quel mare che riporta le sue onde sullo stesso terreno, o che a volte le agita.

Le alza così enormi da essere minacciose, ma poi alla fine della sua esplosione ritorna calmo e silente, sebbene abbia lasciato dietro di sé anche distruzione.

Il suo placarsi, il suo ritmato alternarsi torna una volta ricostruito un cammino, il nostalgico piacere di sempre dove due corpi si sanno bagnare, sanno stendersi in un’attesa, abbracciarsi mentre queste onde cullano il prezioso amare.

 

E così questa storia non ha una sua fine, non ha un addio da cui poi è difficile ritornare.

Nobilmente lascia cadere quel peccato di un clandestino amore, lascia che non vada ad occupare le anime di chi piccolo non potrebbe capire, di chi ora ha bisogno di quell’amore.

 

Un amore silenzioso ma capace di vincere il proprio egoismo di amare e sentirsi amato.

 

Un amore che se confuso vuole donarsi a chi non ha comprensione, e probabilmente mai saprà di quanto il tuo amore e il mio, siano stati così vicini dal vivere quel qualcosa.

La volontà che ogni cuore ha desiderio di donarsi, in cui le anime hanno l’occasione per unirsi ed essere una sola, il sogno di chiunque si ami.

 

Così non posso restare ad attenderti o capire che non ci sarai, abbiamo anime così forti da sapersi offrire ad ogni sacrificio.

Ma non così forti da vincere la delusione oppure da vivere l’egoismo che richiede un amore così clandestino e che ruberebbe ogni momento giurato davanti ad un altare.

Devo andare senza parlarti o spiegarti, senza immaginare che il nostro appuntamento sia mancato solo per colpa mia.

 

Lascerò che sia l’assenza a poter spiegare la forza necessaria per rendere il nostro amore veramente libero, poiché i doveri hanno catene che le coscienze non sanno a volte spiegare.

 

 

 

L'appuntamento testo di Dom@Icaro
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